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Al volante sempre connessi

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La connettività è sempre più un valore aggiunto nei nuovi modelli di automobili, con molte nuove soluzioni innovative che sono destinate a cambiare il nostro modo di vivere l’automobile. Ne parliamo con tre aziende big del settore: Bosch, TomTom Telematics e Vodafone Automotive.

L’automobile come estensione dello smartphone: sembra una provocazione ed invece è già realtà. Le automobili di nuova generazione sempre più spesso possono contare su app dedicate per ogni esigenza, e sopratutto si stanno riempiendo di sofisticati radar e sensori in grado ormai di monitorare qualsiasi cosa.  Così, oggi le nostre automobili possono già frenare da sole e, entro certi limiti, evitare un ostacolo, in attesa che la guida autonoma passi dalla sperimentazione alla realtà.

Ma questa è solo una parte della rivoluzione che ci attende: l’altra si chiama Internet of Things, ovvero la capacità delle nostre automobili di dialogare tra loro e con le infrastrutture stradali. Uno scenario che abbiamo voluto approfondire con tre aziende tra i principali protagonisti di questo cambiamento: Bosch per i sistemi elettronici, TomTom Telematics per i servizi, Vodafone Automotive per i servizi telematici. In poche parole, hardware, contenuti e connettività: proprio come lo smartphone che portiamo sempre con noi..

“Ci sono diversi modi per portare connettività e connettere le auto – esordisce Marco Canesi, responsabile della parte sviluppo prodotti di Vodafone Automotive -. Ci sono poi diverse soluzioni fisiche per realizzare servizi differenti. Per esempio per i servizi di protezione del veicolo si tende ad utilizzare dei dispositivi nascosti, per evitare che i ladri li possano rimuovere. Altre soluzioni prevedono invece delle box telematiche sul parabrezza che consentono di veicolare servizi voce, adatti per sistemi di assistenza di varia natura, dal quella stradale alla ricerca di un albergo. Queste due box sono stand alone, quindi non “parlano” con la macchina, ma naturalmente ci sono sistemi per recuperare informazioni dal CAN della macchina (il circuito tramite cui girano le informazioni relative allo stato del veicolo, ndr.): dati importanti per tutte le attività di gestione flotte”.

E proprio alla gestione delle flotte sono dedicati i servizi di TomTom Telematics, presente in più di 60 paesi, con oltre 848.000 veicoli gestiti in tutto il mondo. “La nostra soluzione SaaS (Software as a Service) WEBFLEET – spiega Marco Federzoni, Sales Director Italia di TomTom Telematics – può fornire dati di fondamentale importanza, quali la geolocalizzazione del mezzo, le informazioni sul percorso, sui consumi di carburante e sull’efficienza di guida. Una delle funzionalità recentemente implementate consente ai manager delle flotte di pre-impostare specifici percorsi utilizzando un grande numero di variabili, per assicurare che gli autisti seguano gli itinerari specificati o che, al contrario, ne evitino altri. I vantaggi sono molteplici, sia per i fleet manager che per i driver. Grazie alle nostre soluzioni possiamo aiutare a ridurre drasticamente gli sprechi di tempo e di risorse, migliorando nel contempo la qualità del lavoro e la sicurezza degli autisti”.

Questo il presente. E il futuro? “C’è attualmente uno sviluppo importante sulle telecomunicazioni – riprende Canesi -, in termini di frequenze e nuove modalità tecniche che andranno ad abilitare servizi ancora più innovativi. Penso in particolare alla sperimentazione sul 5G, con cui la rete diventa molto più veloce e consente di trasportare molte informazioni, ma anche di dare priorità a determinate trasmissioni rispetto ad altre e di avere una latenza più bassa, quindi una trasmissione istantanea delle informazioni”.

Le potenzialità sono praticamente infinite, come dimostra l’esperienza di Bosch in questo ambito: “Una delle sfide – spiega SMarco Gardenale, dell’Ufficio Stampa di Bosch per il settore Mobility Solutions – è rendere la mobilità sempre più connessa e multimodale. Per esempio, le nostre soluzioni per la mobilità sono in grado già oggi di segnalare la marcia contromano e permettono di usare lo smartphone al posto delle chiavi dell’auto. Ma non solo: stiamo lavorando anche sul parcheggio autonomo, una tappa importante del percorso verso la guida autonoma”.

Tutto questo in una visione in cui la strada va pensata come un ecosistema complesso, in cui tutti gli oggetti sono collegati: ecco allora che la nostra automobile potrà “parlare” con i parcheggi, con i sensori sul semaforo, con le altre macchine. Il tutto con l’obiettivo di migliorare l’efficienza e la sicurezza della mobilità, soprattutto nelle città. Un progetto avviato lo scorso anno proprio da Vodafone e Bosch, insieme ad Huawei, aiuta a capire il concetto: si tratta della tecnologia Cellular-V2X, acronimo di “vehicle to everything”. “I sistemi di assistenza alla guida – spiega Marco Gardenale – traggono vantaggio anche dallo scambio di informazioni diretto e istantaneo tra veicoli: con questo sistema le auto connesse possono trasmettere informazioni direttamente a tutti i veicoli entro un raggio di più di 300 metri senza passare per canali intermedi, e quindi potenzialmente senza ritardi. Di conseguenza, un veicolo conosce il comportamento di guida degli altri intorno a lui. Per raggiungere l’obiettivo di avere tutte le auto completamente connesse, sarà necessario insegnare ai veicoli a comunicare tra loro e a scambiarsi i dati direttamente”.

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