Rasotto Flotte

Teatro al servizio dell’impresa

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Il teatro d’impresa mette l’arte performativa teatrale al servizio dei bisogni aziendali o lavorativi con l’obiettivo di creare formazione con velocità, efficacia, coinvolgimento e protagonismo da parte dei vari soggetti di un’organizzazione

Per molte persone accostare produttività, efficienza, organizzazione e velocità a quell’altro mondo, il mondo del gioco, della creatività, dell’improvvisazione, dell’emozionalità è qualcosa di inconcepibile, di antitetico, persino di controproducente.
È un po’ come mettere insieme Svizzera e  Jamaica, freddo e caldo, mangiare dolce e salato insieme, non si fa. Per i più aperti all’innovazione questi due mondi possono compensarsi, ma in modo seriale, sia ben chiaro: prima si lavora, poi ci si distende giocando e divertendosi.
Esiste un approccio formativo che invece mette insieme la dimensione ludica con la necessità di sviluppo aziendale. Questo approccio è chiamato “Teatro d’impresa”.  Esiste da ormai da una quarantina d’anni – è nato in Canada negli anni ‘80, diffuso poi in Francia e in Europa negli anni ’90 e oggi ha ormai raggiunto una diffusione mondiale – eppure continua ad essere  considerata una pratica formativa innovativa perché in continua evoluzione.
Il teatro d’impresa mette l’arte performativa teatrale al servizio dei bisogni aziendali o lavorativi con l’obiettivo di creare formazione con velocità, efficacia, coinvolgimento e protagonismo da parte dei vari soggetti di un’organizzazione.
Cosa si fa in soldoni? Si agisce, si mettono in scena situazioni critiche, ostacoli organizzativi, episodi emblematici con la voglia di risolverli, di migliorarsi, di performare risultati che siano maggiormente adattivi e vincenti.
Gli obiettivi che si possono raggiungere attraverso l’uso della teatralizzazione sono i più diversi:

  • potenziare le capacità di problem solving anche in situazioni di stress
  • migliorare l’efficienza nell’assunzione di un determinato ruolo e l’inclinazione ad assumersi responsabilità
  • sviluppare abilità di adattamento a situazioni critiche che richiedono sempre più flessibilità e soluzioni creative
  • allenare la propria intelligenza emotiva e trasformare i propri limiti in opportunità
  • riconoscere i conflitti, distinguendo tra quelli interpersonali e strutturarli, e costruire soluzioni attraverso l’intelligenza del gruppo.

Per far questo un percorso formativo di teatro di impresa può utilizzare vari metodi, scegliendo tra essi i più adatti a far  raggiungere al team di lavoro il proprio  risultato desiderato. Si possono ad esempio proporre:

  • Incontri focalizzati su una particolare tematica per allenare una abilità comunicativa specifica, ad es. public speaking, assertività, comunicazione persuasiva, problem solving;
  • Allenamenti di improvvisazione teatrale per sviluppare flessibilità mentale, creatività, capacità d’ascolto, pensiero laterale e adattamento alle situazioni nuove;
  • Role playing, ossia giochi di ruolo, dove si può mettere a fuoco gli aspetti vincenti di un determinato ruolo, ma anche contribuire all’arricchimento di soluzioni altamente performanti;
  • Giochi di gruppo per creare coesione, capacità di lavorare in team e di trovare soluzioni comuni in modo cooperativo;
  • Spettacoli realizzati dai soggetti coinvolti nel percorso formativo, per creare un legame forte con i colleghi e sviluppare comprensione e accettazione reciproca.

All’interno di questo elenco si distingue e ottiene una nomination all’Oscar come miglior strumento formativo, nonché più diffuso e utilizzato, il “role playing”. Esso non è altro che un gioco di ruolo, dove alcuni dipendenti o professionisti assumono determinati ruoli all’interno di una situazione immaginaria che però assomiglia “tremendamente” alla realtà, meglio ancora se alla propria realtà aziendale o lavorativa. Facile a dirsi. Ma più facile ancora a farsi! È incredibile la velocità con la quale le persone si immedesimano in un ruolo lavorativo e “giocano” la propria parte con efficacia e adeguatezza comunicativa. Perché? Semplice. Perché l’ambiente di lavoro, le situazioni di stress, le scene desiderate e ottimali, fanno parte dell’esperienza di un lavoratore da mesi o da anni, le ha sotto il naso tutti i giorni, circa 8 ore al giorno: la vita lavorativa, le interazioni coi colleghi, gli scambi coi clienti o coi fornitori sono il suo copione ultra-conosciuto. Altro che Shakespeare! Ed è proprio il grande drammaturgo che ci ricorda da 400 anni, tra l’altro, che il mondo non è che un grande palcoscenico. Dunque: hai bisogno di insegnare a un commesso come interagire con un cliente? Role playing.
Occorre mostrare come superare un momento di empasse nell’ufficio amministrazione? Role playing. È arrivato il momento di allenarci a risolvere un problema in reparto collaborando in team, ciascuno con la propria specifica? Role playing. Il metodo prevede una parte di partecipanti che assumono un ruolo e lo “giocano”. E un’altra parte che assume la posizione di osservatori. Anche questa è una posizione altamente istruttiva, capace di avviare riflessioni operative per creare scenari possibili e soluzioni concrete. In fondo è proprio così che funziona la nostra mente per creare competenza in una specifica mansione: aprendo scenari possibili, facendoci sorprendere dall’esperienza e riadattando i vecchi scenari arricchendoli o costruendone di nuovi.
Questo è il circolo dell’apprendimento, noto tra i formatori anche col nome di “ciclo di Kolb”. Stiamo parlando dell’apprendimento esperienziale, ossia dell’assunto: si impara facendo. Faccio, osservo, capisco, faccio nuovamente. E alla fine è l’individuo a essere nuovo.
Il lavoro non è lo spazio che sta in mezzo tra la vita prima del lavoro e la vita dopo il lavoro. Il lavoro E’ vita. Ci dà identità, motivazione, potere economico e di azione, potere ideativo, relazioni e senso di appartenenza e di realizzazione, personale e di comunità. Le aziende che scommettono sul lavoro inteso così scommettono sulla vita. E chi scommette sulla vita crea innovazione e futuro.

di Elia Barbiero e Andrea Picco, formatori

METTI UN SABATO MATTINA IN RASOTTO GROUP
Da anni Rasotto Group investe sulla formazione dei propri dipendenti attraverso metodi attivi, coinvolgenti e performativi. Non ultimo il desiderio di realizzare nella sede di Dueville un grande role playing capace di coinvolgere in un solo momento circa 40 dipendenti.
Avrebbe dovuto essere un’azione scenica collettiva,  ripresa contemporaneamente da varie videocamere  che gli avrebbe fatto meritare il titolo di “Rasotto Reality Show”, in seguito analizzato a video a scopi formativi da tutte le filiali del veneto. L’acuirsi della seconda ondata pandemica nel mese di ottobre ha costretto a rimandare questo appuntamento. Ma non a rinunciare. Anzi! La mattina di sabato 10 ottobre un piccolo gruppo composto da alcuni membri dello staff di Rasotto Group, tra cui Stefano Rasotto stesso, si è riunito – nel rispetto totale delle misure anti-COVID – per realizzare dei video basati sul concetto di role playing, ispirati a reali situazioni aziendali che saranno poi usati per fini formativi all’interno delle varie sedi Rasotto Flotte. Si può veramente dire che Rasotto Group sa mettersi in gioco!

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